Dopo il Gran Premio del Bahrain e la doppietta Ferrari, i tifosi della rossa si stanno chiedendo se la Scuderia di Maranello potrà davvero vincere il mondiale 2022 di Formula 1.
L’ultimo titolo Costruttori risale al 2008, quello piloti, vinto da Kimi Raikkonen, è del 2007. Sono passati tanti anni, troppi. Le aspettative per l’attuale stagione erano alte, e ora, dopo il bottino conquistato con merito nella prima gara di apertura, il target è ancora più alto!
La stagione 2022 sarà molto lunga. Il calendario prevede ben 23 tappe e quasi tutti i team devono ancora estrarre tutto il vero potenziale delle loro nuove monoposto.
Da questo punto di vista, la Ferrari è la squadra più avanti. I 4.000 chilometri percorsi nei test, senza particolari problemi di affidabilità, hanno permesso al team di Maranello di completare i programmi e raccogliere una serie di dati utili, che permetteranno poi di lavorare al meglio sia al simulatore che in galleria del vento.
Come vi avevamo già anticipato a gennaio, sia sul nostro sito che in alcuni nostri video sul nostro canale YouTube, uno dei punti di forza della F1-75 è la power unit.
Lo ha anche sottolineato Enrico Gualtieri, alla presentazione della nuova monoposto di Maranello, lo scorso 17 febbraio. Il responsabile della Power Unit Ferrari, ha definito il progetto non convenzionale ed estremo.
Il vantaggio della Ferrari va poi correlato anche all’attuale stato di forma dei suoi più diretti avversari. Da un lato la scarsa affidabilità di Red Bull che, in Bahrain, ha dovuto scontare un doppio ritiro. Dall’altra il ritardo di Mercedes, per via di una W13 ancora un po’ troppo acerba e con alcuni problemi legati ad un progetto forse un po’ troppo estremo.
Un altro vantaggio per Binotto e i suoi uomini, potrebbe essere rappresentato dal budget cap che, quest’anno, dovrebbe limitare gli sviluppi durante la stagione.
Su questo aspetto però siamo un po’ scettici e staremo a vedere se la Federazione saprà davvero mettere in campo dei controlli efficaci. Diciamo questo perché Mercedes si é già potuta permettere di realizzare e mettere in pista due vetture abbastanza diverse nel disegno delle pance, nel giro di qualche settimana.
Oltre ai possibili vantaggi per la Ferrari, non mancano alcuni punti critici, che potrebbero minare il cammino verso il titolo mondiale. Tra questi la cronica incapacità del reparto corse Ferrari di riuscire a mettere a terra un piano di sviluppo che possa traguardare l’estate, da sempre turning point della stagione. In particolare, la squadra di Maranello ha sempre faticato molto a tenere il passo degli avversari sullo sviluppo della monoposto, durante la stagione.
Oltre a questo, un’altra criticità potrebbe essere la difficoltà di estrarre tutto il potenziale dall’attuale monoposto che, per certi versi, appare già un po’ troppo matura. Infine, da non sottovalutare anche la rivalità tra i piloti che puntano tutti e due a vincere gare e titolo.
Per ridurre un po’ i rischi, uno degli obiettivi che si sono dati in casa Ferrari, è quello di provare a massimizzare i risultati in pista, in termini di punti e gap sugli avversari, in questa prima fase del mondiale.
Al Gran Premio di Spagna, da quanto abbiamo appreso, Mercedes ha intenzione di arrivare con un pacchetto rivisto della W13, in modo da poter affrontare le restanti 17 gare con una monoposto all’altezza di Red Bull e Ferrari.
Se la Ferrari saprà, da un lato sfruttare al meglio il suo vantaggio, e dall’altro minimizzare le criticità che vi abbiamo indicato, potrà puntare a quel titolo mondiale costruttori che, da troppo tempo, manca nel palmares della Scuderia di Maranello.