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    F1, Gommisti dimenticati: dai successi di Continental ed Englebert all’avventura di Avon

    Paolo PellegriniBy Paolo Pellegrini13 Aprile 2020
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    Dal 2007, la Formula 1 ha abbracciato il cosiddetto monogomma. Ormai — purtroppo — il pubblico appassionato è abituato a questo globalizzato fenomeno che caratterizza l’odierno motorsport: non c’è campionato, a due o quattro ruote, che non contempli la fornitura unica di pneumatici.

    Nel 2007, appunto, la F1 abbraccia il monogomma: un corso tecnico ancora in vigore e che vede la Pirelli — subentrata alla Bridgestone a partire dal 2011 — incontrastata protagonista.

    Sino al 2006, pertanto, la sfida tra gommisti costituisce un aspetto affatto secondario della competizione tecnica. Pirelli, Bridgestone, Michelin, Firestone, Goodyear, Dunlop e non solo.

    Altri tre gommisti hanno tentato, con alterne fortune, l’avventura in Formula 1: parliamo di Englebert, Continental e Avon.

    Negli Anni ’50, gli pneumatici belgi Englebert rappresentano uno dei vertici tecnologici del settore. Le prime apparizioni iridate delle coperture Englebert risalgono allo storico GP di Gran Bretagna del 1950: in quella occasione, è la Talbot Lago T26C dell’Ecurie Belge condotta da Johnny Claes a portare in gara gli pneumatici dell’azienda fondata, nel 1877, da Oscar Englebert. In quella stagione saranno le Talbot Lago T26C e le Simca Gordini T15 dell’Equipe Gordini ad equipaggiare gomme Englebert in GP iridati.

    Nel 1951, nasce il sodalizio con Ferrari. Oltre alle francesi Talbot Lago T26C e T26C-DA e Simca Gordini T11 e T15, ecco aggiungersi le Ferrari 375, grazie alle quali il gommista belga consegue i primi successi. Da notare che, nel positivo biennio 1951-1952, la Scuderia Ferrari impiega tanto pneumatici Pirelli quanto Englebert, con netta predominanza delle coperture italiane, ritenute più competitive e affidabili.

    Nel 1953 e 1954, solo le Ferrari private della Ecurie Rosier ed Ecurie Francorchamps adottano pneumatici Englebert. Le altre monoposto gommate Englebert, nel biennio 1953-1954, sono le “solite” Simca Gordini T15 e Gordini T16 e le “meteore” Connaught A-Lea Francis, Veritas Meteor e AFM 6-Bristol.

    Nel 1955, la Scuderia Ferrari ritorna alle Englebert, andando ad equipaggiare le Ferrari 555 e 625. Immancabili, le Gordini T16 e T32 provviste delle coperture belghe. Il binomio Ferrari-Englebert è saldo anche nella stagione 1956, anno in cui la Scuderia Ferrari schiera la 555 e la vincente D50. Gordini T16 e T32 e Bugatti T251 sono le altre vetture gommate Englebert in grado di partecipare ai Grand Prix iridati.

    Nel 1957, le quotazioni della Englebert sono già in netto calo. Solo le ufficiali Ferrari D50 e 801 montano gli pneumatici belgi, ormai non più ritenuti all’altezza della concorrenza e sempre più causa di incidenti (il distacco del battistrada costituisce, all’epoca, il problema principale). Nel 1958, il matrimonio Ferrari-Englebert partorisce un ulteriore titolo iridato, grazie a Mike Hawthorn e alla Ferrari D246. Un tenero, malinconico canto del cigno. A fine 1958, la Englebert lascia la Formula 1.

    Dal 1950 al 1958, la Englebert colleziona 66 Gran Premi effettivi, 12 vittorie e 15 pole-position: vittorie e pole sono tutte merito delle vetture realizzate a Maranello.

    Nei medesimi anni, agisce la tedesca Continental. Gomme tedesche su… vettura tedesca. Il binomio Mercedes-Benz W196 e pneumatici Continental si rivela pressoché imbattibile: siamo nel biennio 1954-1955. Nel 1954, le W196 — entrate in scena solo a partire dal GP di Francia, Reims — mostrano il proprio enorme potenziale, specie nelle mani del campione argentino, Juan-Manuel Fangio. Il dominio è ancor più netto nel 1955: le W196 affidate a Fangio, Stirling Moss, Karl Kling, Hans Herrmann e Piero Taruffi dominano in lungo e in largo la stagione.

    Una F1 gommata Continental riappare nel 1958. Ed è ancora un successo. Stirling Moss, infatti, si aggiudica il GP di Argentina al volante della Cooper T43-Coventry Climax gestita dal RRC Walker Racing Team.

    In tutto, la Continental prende parte a soli 13 GP iridati, vincendone…10 e conseguendo 9 pole-position! Statistiche impressionanti per una azienda che — con tutta probabilità — avrebbe potuto cogliere ulteriori successi in Formula 1.

    L’ultimo gommista “dimenticato” è la Avon. La celebre ditta britannica ha bisogno di ben poche presentazioni, potendo esibire un blasone internazionale degno della migliore (e ricca) concorrenza. Da anni, ad esempio, “monopolizza” la fornitura di pneumatici destinati alle vetture da competizione storiche, F1 comprese.

    Il primo GP iridato cui partecipa una monoposto gommata Avon risale al 1954: è il GP di Gran Bretagna quando Reg Parnell porta in gara la Ferrari 500/625 della Scuderia Ambrosiana gommata Avon. Per rivedere una F1 gommata Avon in un GP mondiale, però, occorre attendere il 1956: Les Leston qualifica la sua Connaught B-Alta del Connaught Engineering al GP d’Italia.

    Il primo risultato di rilievo arriva nel 1957: Jack Brabham porta al 6° posto la Cooper T43-Climax #14 del Cooper Car Company. Ad andare a punti, tuttavia, sono ancora i primi 5 classificati. L’altra vettura ufficiale schierata dal costruttore inglese e affidata a Les Leston (nato Alfred Lazarus Fingleston) equipaggia gomme Dunlop.

    Nel 1959, Avon si unisce ad Aston Martin. La Casa inglese, tuttavia, non è in grado di cogliere — in F1 — quei risultati e quei successi ottenuti con le vetture Sport. La bella ma ormai concettualmente superata Aston Martin DBR4 gommata Avon del David Brown Corporation sfiora la zona punti, ottenendo quale miglior piazzamento due sesti posti con Roy Salvadori.

    Un lungo silenzio avvolge la Avon, il cui nome scompare dalle scene della F1 per oltre 20 anni. Nel 1981, il gommista inglese si riaffaccia in F1: è il GP di San Marino quando Keke Rosberg porta in gara la Fittipaldi F8C-Cosworth DFV gommata Avon.

    In quell’anno, saranno la già citata Fittipaldi F8C (vettura che, nel corso del 1981, alternerà gomme Michelin, Avon e Pirelli), la Theodore TY01-Cosworth (gomme impiegate nel 1981: Michelin e Avon), la March 811-Cosworth (alternanza tra Michelin e Avon), la ATS D5-Cosworth (la ATS, con i modelli D4 e D5, alternerà Michelin e Avon), la Ensign 180B-Cosworth (Michelin e Avon) e la Tyrrell 010 e 011 anch’esse motorizzate Cosworth DFV ad equipaggiare coperture Avon. E finalmente piovono i primi punti mondiali: Slim Borgudd (ATS D5) è 6° a Silverstone, Eddie Cheever è 5° ad Hockenheim (Tyrrell 011), Eliseo Salazar (Ensign N180B) è 6° a Zandvoort.

    La seconda vita in F1 della Avon si esaurisce a fine 1982. Nel corso di questa stagione, il gommista inglese fornisce il Theodore Racing Team (Theodore TY01 e TY02), il Team ATS (ATS D5), l’Ensign Racing (Ensign N181) e, infine, le March 821 iscritte dal Rothmans March Grand Prix Team e LBT Team March.

    A inizio e fine stagione, tuttavia, le March 821 montano gomme Pirelli, le Theodore — testate le coperture Avon in soli 3 GP (Brasile, USA Ovest e Belgio) — si affiderà, in seguito, alle italiane Pirelli. Sorte simile in casa ATS: adottate le Avon a partire dalla fine del 1981 (nello stesso anno vengono impiegati anche pneumatici Michelin), la scuderia tedesca torna alle Michelin a partire dal GP del Belgio del 1982. Anche la Ensign abbandona ben presto le coperture inglesi in favore delle Pirelli.

    La Tyrrell, invece, sperimenta le Avon nel solo 1981. Una stagione che, per la scuderia fondata da Ken Tyrrell, inizia su gomme Michelin. Il passaggio alle Avon avviene a partire dal GP di Germania (Michele Alboreto, Tyrrell 010), quindi  prosegue sino al GP di Las Vegas. Ma non è tutto. Contemporaneamente alle Avon, la Tyrrell inizia ad equipaggiare la 011 con gomme Goodyear. Non è raro, dunque, vedere le Tyrrell affidate a Cheever e Alboreto equipaggiate con pneumatici diversi: Avon per una, Goodyear per l’altra. Nel 1982, la Tyrrell firma il definitivo passaggio agli pneumatici americani i quali, come noto, prenderanno il sopravvento per il resto degli Anni ’80 e gran parte degli Anni ’90.

    Nel 1982, la Avon coglie i migliori risultati in F1: Manfred Winkelhock (ATS D5) è 5° in Brasile, Salazar, ancora su ATS D5, è 5° a Imola. Sono Rupert Keegan e Raul Boesel (March 821-Cosworth DFV) a sancire — in quel di Digione 1982 (GP di Svizzera) — la fine della avventura della Avon in F1.

    In tutto, la Avon Tyres totalizza 29 partecipazioni in GP iridati di F1, ottenendo solo 8 punti.

    L’avvento del monogomma ha spento anche la competizione tra gommisti. La storia, si sa, è ciclica. Non resta che aspettare, con la speranza di tornare a vedere più fornitori di pneumatici impegnati in F1 e, perché no, uno stesso team che calza scarpe di marche diverse…

    #mercedes 2020 avon continental englebert F1 formula 1 pellegrini
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    Paolo Pellegrini

    Paolo Pellegrini, Classe '82, amante della velocità a 360°, che sia un'auto, una moto, un aereo o i 10 secondi di un 100 metri. Disegnatore di auto e moto da corsa estreme.

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