Una straordinaria prestazione di Magnussen, quinto in gara, nasconde un dato ancora più sbalorditivo riguardo la nuova VF-22. La Haas infatti, è l’unico team ad aver migliorato le prestazioni assolute della vettura nel tempo su giro in qualifica.
La scuderia statunitense viene da due anni infernali, nei quali è stata capace di raccogliere solamente tre punti (tutti nel 2020) e di collezionare un’enormità di incidenti, tra i quali quello del Bahrain 2020, le cui fiamme hanno rischiato di strappare alla vita il povero Romain Grosjean.
Ghünter Steiner, il capitano, non si è mai arreso, non ha mai abbandonato la nave.
Anzi, come visto in “Drive to Survive 4”, pur di portare a casa qualche doblone in più per la ciurma si è prestato a posare con le navi sì, ma quelle giocattolo, che si possono trovare sui cataloghi di note catene di supermercati tedeschi.
Binottianamente, Steiner ha sempre dichiarato di puntare tutto sul cambio di regolamento, ma il pedigree della coppia Mazepin-Schumacher, non lasciava presagire un tale rilancio prestazionale.
Poi la presentazione, la VF-22 è stata la prima vettura della nuova generazione a uscire dal letargo invernale e a mostrarsi al mondo. Da lì sono subito piovute critiche, infatti non appena si sono palesate le altre monoposto più snelle e tirate, la Haas è diventata il brutto anatroccolo del paddock, per molti “troppo simile al prototipo presentato dalla FIA”.
Ovviamente in tutto ciò, ci si è messo di mezzo anche l’imponderabile, Putin ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio e di conseguenza Haas è stata costretta ad abbandonare i rubli del colosso russo Uralkali (leader nei fertilizzanti) di Dmitry Mazepin e appiedare il figlio Nikita.
“L’eterno riposo dona a loro, o Signore”. Il coro mediatico ha iniziato a intonare il requiem per una Haas ormai data per spacciata.
A questo punto il team ha deciso di puntare su Pietro Fittipaldi per il primo giorno dei test e su Kevin Magnussen per il resto del campionato, tra i mugugni della stampa. Intanto non piove, diluvia sul bagnato. Il cargo con le vetture non arriva in tempo in Bahrain, e la Haas perde la prima mattinata di test. Verrebbe da dire: chi ben comincia…
McLaren e altre due scuderie impediscono al team di Steiner di recuperare il tempo perduto nella mattinata della domenica e i piloti sono costretti a correre da soli, nella notte di Sakhir.
Finalmente inizia l’attività in pista e nei minuti di recupero del Day 2 concessi ad Haas, con le altre vetture ormai ferme ai box e le telecamere spente, il vichingo, K-Mag, si mette in testa l’elmo cornuto e depreda Carlos Sainz del miglior tempo di giornata. Un miraggio, da interpretare a posteriori come segnale, perché una manciata di giorni dopo, nelle prime qualifiche della stagione le Haas si piazzano settima con Magnussen e dodicesima con Schumacher, spinte anche dal nuovo propulsore “Superfast” arrivato fresco da Maranello.
Qui abbiamo il dato incredibile, perché prendendo in considerazione solo il tempo della Q1 del pilota danese (1:31.955), la Haas dimostra di essere l’unica monoposto in pista ad aver migliorato le prestazioni assolute del tempo sul giro in qualifica rispetto all’anno passato. Nel 2021 infatti, sempre a Sakhir Schumacher aveva chiuso penultimo con 1:32.449 e Mazepin ultimo con 1:33.273.
Una progressione incredibile per il team e una prestazione stellare per Magnussen che ha poi chiuso la qualifica limando il suo tempo di più di un decimo.
Per fare un confronto con un altro motorizzato Ferrari: Alfa Romeo ha perso un secondo netto (sempre nella Q1) tra il tempo di Giovinazzi lo scorso anno e quello di Bottas quest’anno.
Dopo tanti sospiri e sacrifici, Steiner può respirare, la Haas è tornata a vivere un week end di gloria. Il P5 di Magnussen e il P12 di Schumacher in gara, dovuti anche ai cedimenti dei motorizzati Red Bull, lasciano intravedere un futuro più roseo e aprono la possibilità di attirare nuovi sponsor, capaci di ossigenare i forzieri del team di Gene Haas.
Fondamentale l’apporto del tecnico Simone Resta emigrato da Ferrari al team satellite per curare il progetto della nuova VF-22. Già molti team sospettano che Ferrari abbia passato qualche bozza della nuova F1 75 sulle scrivanie dei tecnici di Kannapolis, sintomo che la Ferrari è tornata a far paura e che la Haas va forte.
Unica e piccola nota stonata è la scottatura che il figlio d’arte, Mick Schumacher, ha preso dall’ex pensionato Kevin Magnussen nel primo round stagionale, ma il tedesco avrà ben 22 week end per adattare il suo stile di guida alla nuova vettura e dimostrare il suo potenziale.
La distanza del compagno di squadra spalanca i riflettori sull’impresa di Magnussen, immune anche alla presenza last-minute dell’acerrimo nemico Hülkenberg (in sostituzione del contagiato Vettel) piazzandosi quindi nella top five sotto la bandiera a scacchi.
Tenace come un cammello nel deserto del Bahrain, Magnussen ha galoppato verso un’oasi motoristica, portando Ghünter&co a una sorgente ormai insperata e aprendo una nuova primavera in casa Haas.